DOCUMENTO DELL’ASSEMBLEA SINDACALE DEL LICEO STATALE “Regina Margherita” Torino

23 Aprile 2015

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L’assemblea sindacale del Liceo Statale Regina Margherita riunita il 22 aprile 2015 per discutere sul DDL n. 2994, “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti” esprime un assoluto dissenso nei confronti del progetto di riforma della scuola per i seguenti motivi:

· L’elemento centrale dell’intero Ddl è costituito dall’accentramento di tutti i poteri della scuola nella figura del dirigente scolastico

Il potere assegnato al dirigente scolastico, riprendendo un punto centrale del DDL Aprea del 2012 (n. 953), all’epoca aspramente criticato da esponenti dell’attuale maggioranza (allora opposizione) che oggi sostengono questa proposta di legge, è pressoché illimitato. In questo il provvedimento in discussione, infatti, è lui ad elaborare il Piano dell’offerta formativa “sentito il Collegio dei docenti e il consiglio d’istituto”(art. 2. Comma 9); è lui a scegliere per chiamata diretta gli insegnanti del cosiddetto organico funzionale da un albo distrettuale, conferendo incarichi “di durata triennale rinnovabili” “tenuto conto del curriculum”, e a scegliere i docenti di ruolo che chiedono il trasferimento (art.7 comma 2); è sempre il DS il titolare della valutazione del periodo di prova, “sentito il Collegio dei docenti e il consiglio d’istituto” (art. 9 comma 3) e del potere di licenziamento “provvede alla dispensa dal servizio con effetto immediato, e senza obbligo di preavviso” (art. 9 comma 5) ; è ancora lui a scegliere il suo staff fino a 3 docenti (art.7 comma 5 ) e ad elargire premi economici ad una parte dei docenti “sentito il consiglio d’istituto” (art. 11 comma 2). Un vero e proprio dominus assoluto della scuola.

· Gli organi collegiali, privati di qualsiasi autonomo potere, diventano meri organi consultivi. Il Collegio Docenti, in particolare, nella materia attualmente di sua competenza, ovvero l’aspetto didattico-progettuale, è relegato ad un ruolo soltanto consultivo.

· Vengono creati “albi territoriali”, inizialmente destinati ai soli neo immessi in ruolo a partire dal prossimo anno scolastico, ma nei quali confluiranno tutti i docenti già di ruolo interessati dalla mobilità territoriale e professionale, ossia tutti i docenti trasferiti (anche soprannumerari), e ai quali verrà pertanto estesa la disciplina dell’incarico triennale per chiamata diretta del Dirigente (art. 7, comma 4). Tale norma priverà i tutti i docenti della possibilità di richiedere le singole scuole per i trasferimenti, stravolgendo per legge la disciplina contrattuale della mobilità scolastica.

· L’attribuzione al solo Dirigente Scolastico della facoltà di assegnare ai docenti “meritevoli”, “sentito il consiglio d’istituto” (art. 11, commi 2 e 3), una somma, definita “bonus”, sulla base di criteri così generici e fumosi, lascia amplissimi spazi di discrezionalità alle decisioni unilaterali ed esclusive del Dirigente.

· Assunzione dei docenti (art. 8)

Invece dei circa 150.000 promessi, se ne prevedono 100.701 (sic!). Sono esclusi gli insegnanti della scuola dell’infanzia (circa 23.000), gli idonei del concorso 2012 e gli iscritti nelle graduatoria di istituto.

Viene così disattesa la sentenza della Corte Europea: rimangono fuori tutti i precari già abilitati con almeno 3 anni di servizio non inseriti nelle Graduatorie ad esaurimento .

I tanti precari che oggi lavorano, alcuni anche da molti anni, non potranno più lavorare (divieto di stipulare contratti oltre i 36 mesi, art. 12 comma 1) . Il governo risolve così il problema: non elimina il precariato, elimina i precari

· Il personale ATA è totalmente escluso dal “piano straordinario di assunzioni” previsto per l’anno prossimo. Non si capisce con quali risorse umane e finanziarie potranno realizzarsi il “potenziamento dell’offerta formativa” e “l’apertura pomeridiana delle scuole” che il DDL si prefigge (art. 2, comma 3), oltre il normale funzionamento della scuola.

· Formazione. La formazione viene resa “obbligatoria, strutturale e permanente” .Al di fuori della legge (se ne parla nella relazione tecnica) si stabilisce che ammonta a 50 ore annue di attività: Ancora una volta si vuole aumentare l’orario di lavoro senza alcuna contropartita salariale

· Finanziamenti alle scuole private (art. 17) : sono previsti attraverso la possibilità di detrazioni del 19% fino a 400 euro di spese scolastiche (escluse le superiori). Si aggiungono agli oltre 200 milioni che già lo Stato regala alle scuole private, mentre mancano i soldi per la manutenzione ordinaria delle scuole statali, che sempre più sono costrette a richiedere contributi “volontari “ agli studenti. Viene così ulteriormente aggirato l’art.33 della Costituzione “senza oneri per lo Stato”

Per queste ragioni l’assemblea richiede

– Il ritiro del DdL in discussione alla Camera dei Deputati , l’apertura della trattativa per rinnovare il Contratto di lavoro, scaduto da ormai sei anni, e di un confronto che sui temi di natura contrattuale (distribuzione del salario, carriera e valorizzazione professionale, mobilità del personale, sostituzione dei colleghi assenti, superamento dell’anno di prova) coinvolga realmente il mondo della scuola.

– un provvedimento d’urgenza per garantire le 150.000 immissioni in ruolo promesse fin dall’inizio del prossimo anno scolastico e un piano di assunzioni per il personale ATA.

L’assemblea sostiene le mobilitazioni indette per il 24 aprile, 5 e 12 maggio e

aderisce unitariamente allo sciopero generale della scuola indetto per il 5 maggio da CGIL CISL UIL SNALS GILDA CUB e COBAS

Approvato all’unanimità

Astenuti: 1