Il Ddl è stato approvato alla Camera, mentre Alesse e Renzi si sono arresi all’evidenza e hanno dichiarato che il blocco degli scrutini è legittimo. Proseguirà lo sciopero dopo i due giorni? Lo decideranno i docenti in lotta, anche in base alle risposte del governo

20 Maggio 2015

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Ci auguriamo che convochino lo sciopero anche gli altri sindacati. Lo chiedono tutti i lavoratori/trici della scuola, che vogliono anche manifestare insieme prima del blocco.

Mentre migliaia di docenti ed Ata protestavano davanti a Montecitorio, chiedendo il ritiro totale del Ddl  “Cattiva scuola”, l’Aula, scioccamente indifferente, approvava la legge. Ma era un risultato largamente scontato, vista la netta maggioranza a disposizione del PD. Però il passaggio al Senato sarà ben più periglioso. E, con tutti gli occhi puntati ai risultati elettorali, Renzi si è preso tempi “distesi”: la discussione a Palazzo Madama non inizierà prima del 5 giugno. Nel frattempo il presidente Alesse (Autorità di garanzia sugli scioperi) ha scoperto che il blocco degli scrutini per due giorni è perfettamente legale, mentre la ministra Giannini, novella Alice nel Paese delle Meraviglie, si è “rallegrata” perché avremmo rinunciato al “blocco”. Si riferiva al fatto che il blocco non riguarderà le classi di fine corso: cosa annunciata da tempo, visto che la legge anti-sciopero questo impone. Anche Renzi ha ammesso la legittimità dello sciopero, pur lamentando che danneggerebbe famiglie e studenti, peraltro del tutto solidali con noi. Dunque, finisce lo sciocco terrorismo anti-blocco: ed è un bene, sperando che i mass-media ne diano ampio resoconto.
Ora ci si chiede cosa accadrà dopo i due giorni di sciopero che si svolgeranno – lo ricordiamo – secondo il seguente calendario: 8 e 9 giugno per Emilia-Romagna e Molise; il 9 e il 10 per Lazio e Lombardia; il 10 e l’11 per Puglia, Sicilia e Trentino; l’11 e il 12 per Liguria, Marche, Sardegna, Toscana,Umbria, Campania e Veneto; il 12 e il 13 per Abruzzo, Basilicata, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Val d’Aosta; il 17 e il 18 per l’Alto Adige. L’eventuale prosecuzione del blocco verrà decisa dai docenti in lotta, e dipenderà in primo luogo da cosa succederà al Senato per la legge. In caso di prosecuzione, può scattare la precettazione: ma solo dopo la dichiarazione di essa da parte del governo, i docenti potrebbero essere multati (500 euro nel primo episodio e fino a 1000 in caso di reiterazione).
Questa sera si riuniranno i Cinque sindacati “rappresentativi” e decideranno in merito alla loro partecipazione al blocco. Stamane a Montecitorio gli esponenti Cgil e Gilda si sono pronunciati a favore dello sciopero. Ci auguriamo che anche gli altri facciano lo stesso: ma in ogni caso lo sciopero si farà, rispondendo alla richiesta plebiscitaria della categoria. Resta da decidere se, prima dell’inizio del blocco (noi abbiamo proposto domenica 7 giugno), daremo occasione a tutti i cittadini contrari alla Cattiva scuola renziana di scendere in piazza con docenti ed Ata per difendere la scuola pubblica e bocciare il Disegno di legge. Aspettando una risposta dai Cinque, restiamo disponibili sia per una manifestazione nazionale sia per decine di manifestazioni cittadine. E se centinaia di migliaia di persone scenderanno in piazza unitariamente, sarà ben difficile per il Cattivo Maestro Renzi sostenere che il blocco degli scrutini dei giorni seguenti sarà solo l’espressione del “corporativismo” dei docenti, restii a valutazioni e classifiche di merito.

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