SE SPOSTANO/A UNO SPOSTANO TUTTI/E!!!

16 Settembre 2017

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La continuità didattica ha come scopo prioritario quello di garantire il processo di educazione, formazione e istruzione degli alunni, assicurandone così il diritto all’istruzione. Gli studenti, e il loro diritto ad apprendere, dovrebbero avere di fatto una prerogativa sulle scelte gestionali ed organizzative della scuola.

Nonostante il Decreto legislativo n.150 del 2009, cosiddetto decreto Brunetta, affidi la decisione relativa alla continuità didattica al Dirigente scolastico, il Testo Unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, il D.Lgs. n.297 del 1994, al comma 4 dell‟art.10, interviene ad arginare tale potere discrezionale, stabilendo che il Consiglio di circolo o di istituto, tra le innumerevoli attribuzioni, indica, altresì, i criteri generali relativi alla formazione delle classi e all’assegnazione ad esse dei singoli docenti, tenuto conto delle proposte del Collegio dei docenti (art.7 D.Lgs.297/1994). I poteri del Ds, dunque, devono rispettare le competenze e le funzioni collegiali e dovrebbero avere come scopo principale quello di assicurare la qualità del processo formativo e di attuare il diritto all’istruzione degli alunni. La Nota Miur n.6900 del 01/09/2011 ha definito, inoltre, i criteri cui attenersi per l’assegnazione dei docenti alle classi: il primo verte sul rispetto della continuità educativo-didattica che dovrà essere considerata l’obiettivo prioritario. Con l’entrata in vigore della L. 107/2015, la questione della continuità didattica resta regolata dalla norme citate sopra, tuttavia – fermo restando che il Dirigente scolastico non può ignorare i criteri stabiliti dal Consiglio di istituto, su proposta del Collegio dei docenti, se non per dirimere situazioni complesse lesive dei diritti degli alunni (incompatibilità del docente nella classe o richiesta dello stesso docente ad essere trasferito) – accade che nell’istituto Boselli di Torino, il Ds, per l’anno scolastico corrente, sottrae arbitrariamente la continuità didattica ad alcuni docenti, articolando, peraltro, le cattedra su più sedi. Tra tali docenti c’è anche l’insegnate Iaria Pino, coordinatore dei Cobas Scuola di Torino, nonché Rsu fino allo scorso anno scolastico.

Il docente Iaria è reo di aver contestato al Ds il verbale di un Consiglio di classe, di aver reso pubblica la sua contrarietà all’Alternanza Scuola-Lavoro e all’intero impianto della L.107/2015, anche scioperando e partecipando ai cortei. Lo stesso docente ha svolto la funzione di coordinatore, per due anni, per la classe quinta da cui è stato rimosso, mantendendo ottimi rapporti sia con gli studenti che con le famiglie e ha, altresì, contribuito al successo formativo degli alunni di tutte le classi che gli sono state affidate negli anni. Quest’ultimi, infatti, il 6 settembre hanno protestato presso l’Usr Piemonte, chiedendo un incontro con il Direttore generale che non ha però sortito l’effetto desiderato; pertanto le studentesse e gli studenti dell’istituto Boselli hanno proseguito la protesta con presidi davanti alla sede della scuola e non entrando in classe. Tutto ciò dimostra che tra le motivazioni del Ds non rientrano sicuramente quelle situazioni complesse lesive dei diritti degli alunni, come l’incompatibilità del docente nella classe, né è stata fatta richiesta dallo stesso docente ad essere trasferito, ma l’unico “criterio” che emerge chiaramente è di natura politico-sindacale.

Nel Dicembre 2015, a pochi mesi dall’approvazione della L.107, l’Associazione nazionale presidi (ANP), in un seminario, presenta una slide intitolata “Organico del personale -12” in cui, tra i vari pinti, si legge: NON “AVERE LE MANI LEGATE” RISPETTO A DOCENTI CONTRASTIVI. Orbene, il Ds dell’istituto Boselli pare stia osservando alla lettera tale frase, e altri Ds, forti di una “muscolatura” abusata che gli proviene dalla L.107 potrebbero seguire questo valido esempio di “buona pratica di arbitrarietà”, anche andando oltre la mancata attribuzione della continuità didattica senza motivazioni valide. Pensiamo perciò sia arrivato il momento di dimostrare cosa vuol dire realmente essere “docenti contrastivi”, senza temere ritorsioni derivanti da abuso di potere, ma piuttosto denunciandole pubblicamente, non chinare la testa, difendere le funzioni e le competenze degli organi collegiali, la libertà di insegnamento contro un sistema manovrato da “tigri di carta”. L’attacco alla libertà di dissenso sta invadendo anche le scuole, microcosmi di una società che quotidianamente reprime il pensiero critico e punisce, con il licenziamento, i lavoratori che lottano per la difesa dei propri diritti sindacali.

FACCIAMO APPELLO A TUTTI I DOCENTI, GLI ATA, I GENITORI, GLI STUDENTI AFFINCHE’ EPISODI COME QUELLI SUCCESSI AL “BOSELLI” DI TORINO NON SI RIPETANO:

  • RISPETTO PER GLI ORGANI COLLEGIALI

  • RISPETTO PER IL DIRITTO ALLO STUDIO

  • RISPETTO PER LA CONTINUITA’ DIDATTICA

Lanciamo una campagna nazionale “SE SPOSTANO UNO/A SPOSTANO TUTTI/E” per bloccare questa ulteriore arbitrarietà e arroganza di alcuni dirigenti scolastici.

Vi invitiamo a inviare una mail di solidarietà a: cobas.torino@gmail.com , visitare e condividere la pagina facebook: https://www.facebook.com/Se-Spostano-Unoa-Spostano-Tuttie-1987690138135431/

COBAS SCUOLA TORINO

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