Comunicato Cobas sulla comunicazione che il Comune di Torino ha inviato ad insegnanti delle scuole materne ed a educatrici/educatori dei nidi comunali.

1 Settembre 2020

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I Cobas scuola e pubblico impiego di Torino esprimono il loro totale dissenso relativamente a quanto proposto dalla Città di Torino in data 28 agosto 2020 e inviato come comunicazione a insegnanti delle scuole materne ed a educatrici/educatori dei nidi comunali torinesi.

A fronte dell’imminente inizio dell’anno scolastico con le problematiche poste dalla nota pandemia ancora in corso ci si sarebbe aspettati che l’Amministrazione comunale prevedesse maggiori assunzioni di personale sia definitivo, come promesso, sia con incarichi annuali e miglioramenti della condizione di lavoro di insegnanti ed educatrici/educatori.

Sarebbe stata opportuna una vera e positiva svolta non solo per le attuali ed ineludibili esigenze di sicurezza e riduzione del rischio contagio ma anche per migliorare il servizio educativo pubblico, necessità quest’ultima ormai presente da anni e, in realtà, continuamente disattesa quando non vilipesa.

Invece l’Amministrazione ha avviato le consultazioni con le organizzazioni sindacali partendo da una proposta unilaterale che prevede: 1) il passaggio alle 30 ore settimanali per le insegnanti della scuola materna dalle 26 odierne e l’aumento del Monte ore a 120 ore; 2) passaggio a 6 ore e 30 minuti giornalieri per le educatrici dei nidi dalle 30 ore settimanali odierne e orario “spezzato” per pausa mensa obbligatoria; 3) la perdita immediata dell’indennità turno.

Queste in sintesi alcune delle proposte della dirigenza dei Servizi educativi.

E’ evidente che l’unico risultato di una prospettiva simile sia, non solo il peggioramento delle condizioni di lavoro di educatrici e maestre, ma altresì anche una evidente aumento del rischio contagio visto che paradossalmente, in questo modo, il personale dovrà permanere più tempo sul luogo di lavoro.

Non solo si prospetta un aumento delle ore di lavoro ma anche una ridefinizione dei turni con l’inserimento, più volte tentato già negli anni precedenti, di un orario spezzato con una pausa di mezz’ora  obbligatoria durante l’arco del turno, il che comporta evidentemente non solo un aggravio del lavoro ma anche un peggioramento della modalità didattico- educativa perché la persona in pausa deve lasciare da sole le colleghe che, a turno, dovranno poi fare a loro volta tali pause insensate, inutili e anche nocive nel contesto di tale tipologia di lavoro.

Ulteriore paradosso perché invece si vorrebbe far passare questa linea adducendo l’utilità di una maggior “compresenza”, il termine esatto è invece aumento delle ore lavorative e inoltre , e questo lo troviamo davvero offensivo e vergognoso, si vorrebbe far credere al personale che la pausa di mezz’ora obbligatoria, con conseguente, nei fatti, aumento dell’orario di lavoro è pensata per agevolare chi lavora (sic!)

Da un lato l’Amministrazione vuole avere il consenso delle famiglie affermando di garantire il servizio a tempo pieno per i bambini mentre, surrettiziamente, dall’altro si tenta di ottenere quanto le varie giunte di diversi colori politici cercano da anni di attuare: lo smantellamento dei diritti del personale e della dignità del lavoro educativo e didattico.

E’ necessario contrastare una linea ipocrita e retrograda che utilizza l’emergenza esistente non per dare una svolta di qualità ai servizi educativi, al lavoro e alla vita delle persone ma, ancora una volta, per tentare di peggiorare le condizioni di chi lavora e anche, di conseguenza, la qualità delle attività che il personale educativo potrà garantire ai bambini.

Se si ritiene, come è giusto, garantire il funzionamento a tempo pieno di nidi e materne comunali la soluzione non passa e non deve passare attraverso l’aumento di ore e di carichi di lavoro del personale che, tra l’altro, presenta un’età media elevata,visto che si è costretti ormai a restare sul posto di lavoro fino a 67 anni e oltre.

Opponiamo un fermo rifiuto a tali irricevibili proposte e invitiamo pertanto le lavoratrici e i lavoratori del settore educativo a vigilare e a mobilitarsi.

Fermiamo questa ennesima presa in giro che l’Amministrazione sta cercando di far passare addirittura adducendo pretestuosamente che tutto ciò venga fatto a favore del “necessario ristoro dell’organismo e della psiche” di lavoratrici e lavoratori !

Solo un piano urgente e adeguato al momento di nuove assunzioni è quel che serve ora per affrontare l’emergenza pandemica in sicurezza e per migliorare davvero e in prospettiva futura i servizi educativi.

Cobas scuola e pubblico impiego Torino

Torino 30 agosto 2020

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