In data 22 maggio 2025 è stato pubblicato l’esito tanto atteso della sentenza della Corte di Cassazione (n. 13618/2025) sul riconoscimento dell’anno 2013 ai fini della ricostruzione della carriera del personale docente e ATA. Con profonda contrarietà e amarezza dobbiamo denunciare che la Corte ha deciso di dare ragione al Ministero dell’Istruzione, sancendo definitivamente che l’anno 2013 ha valore giuridico (ad esempio per la mobilità, per i concorsi, ecc.) ma non economico, escludendolo dunque dal calcolo per l’avanzamento stipendiale.
È una sentenza grave, che colpisce un’intera categoria già provata da anni di blocchi contrattuali, perdita del potere d’acquisto e precarietà. La decisione della Cassazione rappresenta un’ulteriore ferita alla dignità professionale di chi ogni giorno garantisce il funzionamento della scuola pubblica e la formazione delle ragazze e dei ragazzi.
A nostro avviso, si tratta di una scelta profondamente politica che scarica sui lavoratori le responsabilità di anni di tagli e scelte governative scellerate. Il 2013 non è stato un anno vuoto: è stato un anno di lavoro reale, di impegno quotidiano. Negargli valore economico ai fini della carriera significa dichiarare che il lavoro dei docenti e del personale ATA non merita attenzione e il dovuto riconoscimento.
Il nostro ufficio legale, che già a suo tempo ci aveva consigliato di attendere l’esito del giudizio in Cassazione ha dato il parere di non procedere con i ricorsi giudiziali che sarebbero destinati ad un esito certamente sfavorevole con condanna dei nostri iscritti al pagamento delle spese legali.