Il 22 SETTEMBRE 2025 è successo qualcosa di straordinario.
In migliaia hanno incrociato le braccia e sono scesi in piazza per partecipare allo sciopero generale per Gaza, indetto a livello nazionale da USB e CUB, con l’adesione e la partecipazione attiva dei Cobas Scuola Torino.
Una mobilitazione forte e determinata, che ha attraversato il mondo del lavoro e della scuola, unendo lavoratrici, lavoratori, studenti e cittadine e cittadini sotto un’unica parola d’ordine: “Stop al genocidio. Libertà per la Palestina.”
I Cobas Scuola Torino non si sono limitati a sostenere lo sciopero: hanno partecipato in prima linea, portando in piazza la voce di chi vive ogni giorno la scuola pubblica come luogo di formazione critica, responsabilità civile e solidarietà internazionale.
In una Torino attraversata dalla pioggia e dai cori, la protesta ha assunto un significato ancora più potente: nessuna distanza, nessun silenzio, nessuna complicità.
Noi siamo dalla parte giusta della storia.
Non siamo antisemiti.
Siamo persone che credono nella libertà, nella giustizia e nella dignità umana.
Siamo persone che non accettano che il genocidio in corso a Gaza venga coperto da un silenzio complice o da accuse strumentali.
E denunciamo con forza chi oggi, nel governo e nelle istituzioni, osa parlare di democrazia mentre si vanta di avere il busto di Mussolini sulla scrivania – lo stesso Mussolini che emanò le leggi razziali fasciste, che perseguitò, deportò e contribuì a far morire milioni di ebrei, antifascisti e oppositori politici.
Noi siamo dalla parte della Costituzione, quella nata dalla Resistenza, scritta con il sangue di chi ha combattuto contro il fascismo.
E non accettiamo le provocazioni di chi, nell’animo e nei fatti, continua a portare avanti un pensiero fascista e antisemita, anche quando indossa giacca e cravatta nelle istituzioni della Repubblica.
In Medio Oriente non c’è una guerra.
Una guerra si combatte tra eserciti.
A Gaza c’è un popolo disarmato sotto assedio, massacrato da bombardamenti indiscriminati, privato di acqua, cibo, cure, diritti.
A Gaza c’è un genocidio, e noi lo gridiamo con tutte le nostre forze.
Non accettiamo più il ricatto morale di chi vuole zittire la solidarietà con la Palestina accusandoci di antisemitismo.
Lottare per i diritti del popolo palestinese è un atto di umanità, di giustizia, di civiltà.
E oggi, in piazza a Torino, lo abbiamo dimostrato.
Con la testa alta, con la coscienza pulita, dalla parte giusta della storia.
Lo sciopero e la grande manifestazione di oggi, dimostra che abbiamo ragione.
Molte scuole oggi a Torino sono state chiuse, la percentuale dello sciopero è altissima. Non vedevamo questa adesione dai tempi della legge 107. Oggi anche la scuola riprende il proprio ruolo.
Oggi, Torino ha scelto da che parte stare. E non è sola.