Dopo più di un anno dall’accordo, E’ ARRIVATO il SILENZIO-ASSENSO – NON ADERITE A QUESTA ULTERIORE TRUFFA

14 Giugno 2025

RSS
Facebook
Google+
https://www.cobascuolatorino.it/2025/06/dopo-piu-un-anno-dallaccordo-e-arrivato-il-silenzio-assenso-non-aderite-a-questa-ulteriore-truffa">
Twitter

Con un ritardo di quasi 19 mesi il ministero ha emanato la Nota [n. 133215 dell’11.6.2025] con cui vengono definite le modalità di adesione automatica al Fondo Pensione ESPERO tramite il truffaldino meccanismo del «silenzio-assenso». Per ora riguarda solo il personale assunto a tempo indeterminato dal 1° gennaio 2019. Chi cade nel tranello perde il TFR da maturare e sarà obbligato a versare almeno l’1% dello stipendio.

Lo scorso 21 maggio si era svolto al ministero l’incontro con i sindacati “pronta-firma” su questa circolare, ma ci sono volute altre tre settimane per la sua emanazione.

COME EVITARE IL «SILENZIO-ASSENSO»?

Secondo quanto leggiamo nella Nota in questione e nel sito di ESPERO:
1. il ministero deve ancora comunicare alle scuole l’apertura delle funzioni SIDI dedicate alla procedura del «silenzio-assenso» attraverso cui il personale assunto a tempo indeterminato dall’1.1.2019 potrà dichiarare di non aderire;
2. quindi, al momento non è ancora arrivata nessuna comunicazione al personale interessato e non sono ancora iniziati a decorrere i 9 mesi entro cui si può non aderire e non fare scattare il 
«silenzio-assenso»;
3. chi non vuole aderire – come auspichiamo – dovrà inserire il proprio diniego sul 
SIDI e conseguentemente il MIM non inserirà il nominativo negli elenchi degli iscritti per «silenzio-assenso» da inviare a ESPERO;
4. nel malaugurato caso di iscrizione automatica sarà poi 
ESPERO a comunicare all’interessato/a – attraverso la scuola di servizio – il link al proprio sito attraverso cui poter recedere dall’iscrizione al fondo.

Ciò significa prendere atto che le varie e multiformi circolari inviate dalle scuole in ordine sparso e indirizzate “al personale interessato” erano frutto di improvvisazione e non hanno valore. Così come non hanno valore le dichiarazioni di non adesione che abbiamo inviato noi, ma che però hanno determinato la risposta e i chiarimenti di ESPERO, e – soprattutto – allertato colleghe e colleghi sulle insidie del «silenzio-assenso», visto che era chiaro che il contenuto dell’Accordo AraN-OO.SS. che istituisce questo meccanismo truffaldino non sarebbe stato affatto pubblicizzato né discusso dentro le scuole, proprio quello che è accaduto!

Quindi, solo quando si riceverà l’informativa che, ricordiamo, non può essere una circolare ma andrà consegnata direttamente al dipendente, con una comunicazione da cui si possa ricavare con certezza la data di ricezione, inizieranno a decorrere i 9 mesi per il «silenzio-assenso» e si potrà procedere utilizzando le modalità predisposte dal MIM sul SIDI per dichiarare autonomamente la non adesione al fondo.

In ogni caso consigliamo di contattarci presso le nostre sedi COBAS Scuola o all’indirizzo:cobas.torino@gmail.com

MA PERCHÉ È MEGLIO NON ADERIRE AI FONDI?

Le ragioni sono molteplici:

  • aderire a una qualunque forma di “previdenza” complementare è una scelta individualistica che mina la solidarietà tra lavoratori e generazioni. Infatti, tutti i fondi pensione sono a capitalizzazione individuale: cioè la contribuzione di ogni singolo aderente affluisce in appositi conti individuali e la prestazione finale sarà commisurata all’entità dei versamenti effettuati e dei rendimenti ottenuti. Mentre la previdenza obbligatoria si basa invece sulla ripartizione: i contributi dei lavoratori attuali non vengono conservati su conti individuali, ma sono utilizzati per pagare le pensioni di chi ha lavorato prima di noi. Inoltre, la decontribuzione a cui sono soggetti i versamenti individuali sui Fondi pensione riducono il gettito fiscale a danno di tutta la collettività, producendo i danni che i Fondi sanitari “integrativi” hanno già determinato: 4,5mld di euro in meno di gettito a fronte di soli 3mld destinati dalla finanziaria alla tutela della nostra salute;
  • aderendo ai Fondi si contribuisce alla finanziarizzazione dell’economiache è considerata la principale responsabile delle crisi economiche che ciclicamente si ripetono a livello planetario;
  • gli investimenti non hanno nessuna sostenibilità ambientale o sociale, tanto è vero che la Nota informativadepositata da ESPERO presso la COVIP il 31.3.2025 riporta testualmente: «FONDO SCUOLA ESPERO. Non promuove caratteristiche ambientali e/o sociali e non ha come obiettivo investimenti sostenibili» e si conclude con un laconico «Gli investimenti sottostanti il presente prodotto finanziario non tengono conto dei criteri dell’UE per le attività economiche ecosostenibili». Inoltre, ESPERO è costretto a dichiarare che, «allo stato attuale [cioè dopo quasi 25 anni dalla sua istituzione nel 14.3.2001, ndr] non ha perfezionato la definizione di una politica attiva di valutazione dei principali effetti negativi delle decisioni di investimento sui fattori di sostenibilità». Precisando soltanto che «sono esclusi gli investimenti in società che, nello svolgimento della loro attività principale, siano coinvolte nella produzione, stoccaggio e commercializzazione di armamenti banditi», quindi se non è l’attività principale o se gli armamenti non sono banditi non c’è problema? Per noi invece il problema c’è, visto che sosteniamo le campagne per la riduzione delle spese per tutti armamenti, a favore della spesa sociale;
  • inattendibilità delle simulazioni sui rendimenti attesi che si basano su dati relativi alla crescita della contribuzione, tasso di inflazione e costi che devono essere preimpostati. Questi valori non sono certi e infatti nelle Avvertenze che si possono leggere in queste mirabolanti simulazioni, si trova sempre qualcosa del genere: «Gli importi di seguito riportati sono proiezioni fondate su ipotesi di calcolo che potrebbero non trovare conferma nel corso del rapporto. In tal caso la posizione individuale effettivamente maturata e la prestazione pensionistica corrispondente risulteranno differenti da quelle riportate. Le indicazioni fornite non impegnano pertanto in alcun modo né ESPERO, né la COVIP». Infatti, nella realtà degli ultimi 10 anni [fonte COVIP, dicembre 2024] i fondi pensione negoziali hanno realizzato mediamente, e con significative oscillazioni nei diversi periodi, un rendimento medio annuo del 2,2%, inferiore dello 0,2% a quello invece sempre positivo del TFR, quindi ben lontano dalle simulazioni che vengono fatte.

E poi, non fa una pessima impressione ritrovare sindacalisti nelle vesti di procacciatori di fondi, che concorrono alle speculazioni finanziarie, piuttosto che difendere i diritti e gli stipendi dei lavoratori, la previdenza per tutti, la sanità e la scuola pubbliche, gratuite e non regionalizzate?

Anteprima Pdf: