Il 13 novembre l’unico possibile sciopero utile contro la distruttiva legge 107, per un significativo recupero salariale per docenti ed Ata, per l’assunzione stabile dei precari abilitati o con 36 mesi di servizio

2 Novembre 2015

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Manifestazione nazionale a Roma, ore 10 al Miur, ore 12 al Parlamento

Quello del 13 novembre sarà l’unico possibile sciopero utile ed indispensabile della scuola per fermare l’applicazione almeno dei peggiori provvedimenti della legge 107, per esprimere l’indignazione dei docenti ed Ata per la grottesca proposta di contratto (inserita nella Legge di (in)stabilità, con un aumento medio di 8 euro lorde al mese), per esigere un consistente recupero salariale e l’assunzione stabile di tutti i precari abilitati o con 36 mesi di servizio. E’ innanzitutto uno sciopero utile per dimostrare al governo che la partita dell’applicazione della 107 non è affatto chiusa. Furbescamente il MIUR ha consigliato i presidi di rinviare la costituzione dei Comitati di valutazione e la formulazione dei Piani triennali dell’offerta formativa (in base ai quali poi i presidi assumerebbero a loro discrezione i docenti per l’organico “potenziato”) a dopo le feste di Natale, sperando che la resistenza contro la cattiva scuola renziana si affievolisca, temporeggiando inoltre sulle regole per la deleteria “alternanza scuola-lavoro” (400 ore  obbligatorie per gli studenti dei tecnici e professionali e 200 per i licei, da svolgere in azienda, fuori dalla normale attività didattica). La partecipazione allo sciopero e alla manifestazione nazionale è dunque indispensabile per rafforzare la resistenza ai distruttivi provvedimenti, per impedirne l’applicazione nei prossimi mesi e per bocciare l’offensiva e umiliante “proposta” degli 8 euro lordi, dopo sei anni di blocco contrattuale e una perdita salariale media negli ultimi anni almeno del 20% (tra i 250 e i 300 euro): tanto più che nel contratto il governo vorrebbe inserire i peggiori provvedimenti della 107, a partire dallo strapotere dei presidi-padroni, che verrebbero abilitati contrattualmente ad assumere, licenziare, premiare e punire a propria discrezione.
Sciopero e manifestazione nazionale, dunque, come occasione utile ed indispensabile per la difesa e la qualità della scuola pubblica, del pieno diritto allo studio per gli studenti e delle condizioni di lavoro di docenti ed Ata: ma anche occasione unica, perché i Cinque sindacati (Cgil-Cisl-Uil, Snals e Gilda) che, insieme a noi, hanno promosso i grandi scioperi di maggio-giugno, malgrado le nostre reiterate proposte di lotta comune (e la rinuncia per settimane ad indicare noi una data, in attesa che fossero loro a deciderla) hanno finito col convocare solo una manifestazione nazionale a fine novembre. Manifestazione che ha tre difetti irreparabili: a) non essendo accompagnata dallo sciopero, la forma più visibile ed eclatante di lotta (vedi gli scioperi del 5 maggio e degli scrutini), manda un segnale debole e remissivo alla controparte; b) è tardiva rispetto all’iter della Legge di (in)stabilità; c) riguardando l’intero Pubblico impiego sul versante contrattuale (peraltro con una richiesta salariale misera, 50 euro lorde di aumento per ognuno dei prossimi tre anni), mette del tutto in secondo piano il conflitto contro la 107.
Perciò il 13 novembre sarà fondamentale l’impegno dei docenti ed Ata non solo nello sciopero ma anche nella manifestazione nazionale a Roma, con appuntamento al MIUR di V.le Trastevere alle ore 10, a cui seguirà alle 12 la protesta davanti al Parlamento (P. Montecitorio). Nella stessa giornata allo sciopero dei lavoratori/trici, indetto da noi e da altri sindacati, si aggiungerà quello degli studenti che in parte manifesteranno localmente e in parte con noi nazionalmente.

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